Campionato europeo di pattinaggio a rotelle polemiche pretestuose
Basta una gara titolata di pattinaggio per compiere il miracolo. E miracolo c’è stato! I maceratesi stanno circolando con le loro auto su un perfetto nastro d’asfalto tutto intorno alle antiche mura e perfino sul piazzale dei giardini Diaz. Grazie Sindaco Carancini, questa l’hai centrata! Anche se la maggior parte dei cittadini non sa che il merito è anche sia di Alferio Canesin che ha portato in città gli atleti che, quindi, dei pattinatori. Infatti a vedere lo spettacolo offerto dalle belle gare c’erano pochissimi spettatori maceratesi, appena un po’ di più durante lo svolgimento della maratona e tutti affollati sulla zona del traguardo per tifare azzurro. Forse perché i pistacoppi, diffidenti, non sono abituati a gare di valenza europea “Chi adé quissi che parla sgnèreco? Che vòle?” e giù, tappati in casa davanti al televisore. Del fatto che non siano abituati ce ne siamo accorti subito. In ogni parte del percorso c’è sempre stato qualcuno con l’impellente bisogno di attraversare la strada proprio quando sopraggiungevano i concorrenti! Addirittura all’imbocco di via Trento, quando i pattinatori filavano alla massima velocità, un ragazzino cicciottello è sfrecciato con la bicicletta tra il pubblico tagliando la strada agli atleti che lo hanno evitato per pochi metri, pattinatori che subito dopo si sono trovati da-vanti un anziano col bastone che attraversava lento via Trento! Che cce volete fa’… non simo ‘bbituati! E pensare che alcuni team hanno sollevato una gran polemica per il muro del piazzale dei giardini Diaz… che ne sanno che quel muro è nulla in confronto alle teste dure di quelli che attraversano il percorso! La polemica, tra l’altro, è stata opportunistica e ha rischiato di dare un colpo alla credibilità maceratese. Come ci ha detto Canesin: “Il percorso è stato di-segnato e approvato dalla Federazione, noi abbiamo solo prestato il pennello”. Aggiungiamo che in qualsiasi gara gli atleti mai si devono distrarre girandosi per guardare il tempo fatto perché potrebbero, com’è qui accaduto, andare a sbattere.