La chiesina del miracolo il 25 aprile del 1356: Santa Maria in Torregiana

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Nell’elenco datato 1886 di tutte le strade vicinali di servitù pubblica, che attraversano il territorio di Macerata, diviso in 13 Sezioni e Mappe Catastali, comprese quelle non imbrecciate e mantenute dai frontisti, tranne i ponti, gli acquedotti e i tombini che sono a carico del Municipio, figurano ben 45 strade tra cui “Strada di Torregiana”. Questa strada incomincia – si legge nel documento – dal punto in cui  la strada della Vetreria (ora via IV Novembre) e della Fonte di S. M. Maddalena s’incontrano, e ha termine nella strada Nazionale Flaminia presso il casino di Minnucci Pacifico. L’Agrimensore riporta la sezione (n° 1), la Mappa (Cappuccini), la lunghezza (m. 1460) e la dimensione della carreggiata (m. 2,50).

 

Ritrovata nel 1984

Alcune considerazioni per ricordare che nel 1984 ritrovai la chiesa che dà il nome a questa strada, che collega via Roma a via Mameli,  detta dai maceratesi comunemente “gabbetta”, termine di origine longobarda che vuol dire piccola strada incassata. Ora rimane un cartello bizzarro sulla rotatoria sottostante il Palazzetto dello Sport, eppure quella stradina di campagna era, per noi che abitavamo a San Francesco, una comoda scorciatoia e un luogo dove potersi appartare in intimità semmai si  fosse  presentata  l’occasione. Si partiva da Casa Mancini, si attraversava il passaggio a livello e poi s’incontrava la casa colonica del figlio di Marino, quella rosa di Sampaolesi e, appena iniziava la salita, un po’ a valle c’era la casa colonica del geometra Cirilli, utilizzata come magazzino dal simpatico fiorista con banco al Mercato delle Erbe.

 

Il miracolo del sangue

Questo  edificio  rurale, ancora esistente, prima di essere destinato a usi profani era stato un edificio di culto: la chiesa di S. Maria in Torregiana. La notizia del rinvenimento interessò tanto la popolazione, che il professore Silvio Craia fece una cartolina a nome e per conto del Quartiere Manzoni. Nella “Guida di Macerata e dintorni” il Foglietti riporta la memoria di questa chiesa denominandola S. Maria in Torresana, riprendendo dal Diario Maceratese per l’anno 1783: “Giugno 1° Domenica… alla Cattedrale memoria del miracolo del sangue del N.S.G.C. caduto nel corporale e reso visibile per l’incredulità del Sacerdote celebrante nel 1356 il 25 Aprile nella chiesa di Torregiana, allora delle Monache di S. Caterina, e dopo Vespro si fa dal Capitolo processione col detto corporale che conservasi intatto con le macchie del sangue”.

 

Toponimi con Giano

Con quel Torresana il Foglietti ci trasse in inganno perché sembra logico che si tratti di un luogo dov’era una certa presenza pagana da cui Torre di Giano. Altri toponimi simili, pur corrotti sono a Treja dove c’è la contrada Piangiano (Piano di Giano), ad Appignano c’è nei pressi di Palazzo Rangoni un rudere, forse un tempio, in zona Almagiano (Alma Giano), a Cingoli c’è la frazione Troviggiano che fa pensare a un sito dove potrebbe essere stato ritrovato l’idolo bifronte. Poi c’è una contrada tra Treja e Appignano: Carreggiano. E lo stesso Appignano se non finisse con prediale romano potrebbe essere apud Giani (presso Giano). Ma questa sarà un’altra storia del dio degli inizi materiali e immateriali: Giano.

Gabor Bonifazi  

22 gennaio 2018  

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