Area archeologica di Urbs Salvia: capannoni, fienili e gabbiotti

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Sta avvenendo nell’indifferenza generale la devastazione di quanto resta dell’antica città romana di Urbs Salvia, compiuta non da Alarico ma da coloro che, al contrario, dovrebbero essere tutori e protettori di un patrimonio che si è conservato per oltre 20 secoli, a testimonianza e memoria della città e dei suoi abitanti, nostri progenitori. Continuando così, fra qualche tempo, chi sarà in grado di riconoscere uno dei parchi archeologici più importanti d’Italia? Oggi Urbs Salvia è disseminata di capannoni, fienili, gabbiotti vari al di fuori di ogni contesto e sistemati in punti strategici dell’area archeologica. Cosa direbbero oggi i grandi esperti internazionali di archeologia di tale scempio? Si sono costruite pseudo protezioni a piccole porzioni di mosaico o di muratura con mastodontiche strutture in legno lamellare e soprattutto in acciaio, degne di un diverso utilizzo perché in grado di sostenere pesi di centinaia di quintali, si sono realizzati gabbiotti a uso biglietteria e altri manufatti d’impossibile definizione, oltretutto posti dove offuscano e offendono il decoro di Porta Salaria e del vicino Anfiteatro. Di fronte a queste scelte insensate, inadatte e costose oltre ogni misura, sarebbe necessario l’intervento del Ministero della Cultura per evitare che, negli anni a venire, il parco archeologico venga ridotto al pari di una… zona artigianale! Il comprensorio della città romana interessa un’area vasta circa 35 ettari (superiore a Pompei) di cui solamente il 5% è stata oggetto di scavi. Qui, sotto la terra, esistono intatti chilometri di strade romane con il loro fondo in basoli di arenaria, resti di edifici a fronte delle stesse, centinaia di metri di pavimentazioni sia in mosaico, anche policromo, che in marmo, resti di antiche domus, inclusi migliaia di reperti grandi e piccoli e, in ipotesi, grandi statue equestri evidenziate in passato con l’esplorazione in infrarosso e con il georadar, a conferma di vecchie leggende. Ora basta, per non essere tacciato da visionario. Ciò che, invece, c’è di sicuro è lo scempio in atto che si sta compiendo nella generale indifferenza. 

Umberto Migliorelli

6 dicembre 2017

 

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