Onore al merito! Solo i migliori 10 accedono a un corso di eccellenza

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Sono 17, su 52 domande pervenute, le matricole che sono riuscite a superare le prime selezioni per l’accesso alla Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi, la scuola che premia il merito dell’Università di Macerata. Stamattina al polo Pantaleoni si è svolta l’ultima prova, quella orale. Le richieste di partecipazione sono venute, oltre che dalle Marche, anche da Liguria, Sicilia, Campania, Puglia e Umbria. I migliori potranno accedere a un percorso formativo di eccellenza, che, alle lezioni del corso di laurea prescelto, affianca seminari integrativi di carattere innovativo e interdisciplinare, al fine di favorire la più qualificata preparazione degli studenti e avviarli a specifiche attività di ricerca.

Per mantenere lo status di allievo, si richiede un elevato standard di rendimento nei corsi universitari e nei corsi interni. I posti messi a disposizione ogni anno sono dieci, suddivisi tra la classe delle scienze sociali e la classe delle scienze umanistiche. Gli allievi inoltre non pagano le tasse, hanno vitto e alloggio gratuiti, possono accedere a esami di certificazioni linguistiche e informatiche gratuiti e vengono seguiti da tutor individuali.

“La Scuola si avvia a celebrare i dieci anni della propria fondazione – dichiara il direttore Luigi Alici -. Finalmente ospitata nel prestigioso Palazzo De Vico, aprirà le sue attività con l’evento nazionale della Rete di Idee, che raccoglie gli allievi di tutte le Scuole Superiori, inclusa la Scuola Normale di Pisa. Il tema annuale, che contraddistingue e unifica l’attività formativa della scuola, “Natura: immagini del passato, prospettive al futuro”, ha già l’adesione di figure prestigiose del panorama scientifico nazionale ed internazionale. Tra questi, due astronomi di fama mondiale: il prof. Cesare Barbieri della scuola galileiana di Padova, il prof. Consolmagno, direttore della Specola Vaticana, la professoressa Maria Chiara Carrozza, già Ministro dell’Università ed esperta di robotica, e il prof. Carlo Cirotto, biologo dell’Università di Perugia”.

15 settembre 2017

 

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