Pollenza celebra il pittore Fabio Failla a 100 anni dalla nascita

Print Friendly, PDF & Email

A cento anni dalla nascita e a trenta dalla scomparsa, Pollenza celebra l’artista Fabio Failla (Lucca 1917 – Roma 1987), discendente per via materna dei marchesi Ricci, di Massimo d’Azeglio, Alessandro Manzoni, Padre Matteo Ricci, e ultimo proprietario di Palazzo Ricci – Petrocchini (sec. XVI) a Macerata prima dell’acquisto da parte della Carima. Tre gli eventi celebrativi. Sabato 8 luglio, ore 18.30, nella Sala convegni del Palazzo comunale sarà inaugurata la mostra di pittura e grafica dal titolo “RomAntica”, a cura del critico Alvaro Valentini. Saranno esposte numerose opere di Failla, tra cui “La ragazza col nastro rosso” del 1936 (Fondazione Carima – Museo Palazzo Ricci), alcuni scorci romani e i celebri Obelischi che nel 1955 lo hanno consacrato come “Pictor Romae” per eccellenza. A ricreare il clima artistico e culturale degli anni del dopoguerra saranno esposti dipinti e acqueforti di Luigi Bartolini, Arnoldo Ciarrocchi, Giuseppe Fammilume, Raffaello Lopez, Giovanni Omiccioli e Orfeo Tamburi. La mostra resterà aperta fino al 23 luglio con il seguente orario: feriali 20.30-24, festivi e prefestivi 17.30-24.  Domenica 9 luglio si terranno due eventi in memoria di Fabio Failla. Alle ore 18.30 sarà riaperto, dopo il restauro che ne ha restituito le antiche atmosfere culturali e artistiche, lo Studio Failla, in via Olivieri 7, con una mostra di immagini e disegni inediti dal titolo “Momenti fermati”, a cura dell’arch. Chiara Salvucci.  Alle 21.15, al teatro “Verdi”, un ricordo di Fabio Failla da parte di alcuni amici, breve lettura di pensieri e riflessioni tratti dal suo diario giovanile “Momenti fermati” e a seguire lo spettacolo teatrale “Novecento” di Alessandro Baricco, diretto e interpretato da Corrado d’Elia. Failla ha sempre avuto con Pollenza un rapporto affettivo molto stretto, al punto di dichiararsi “pollentino di scelta”. Qui aveva la casa materna, il Palazzo Ricci – Petrocchini di Pollenza (sec. XIV), dove soggiornava per lunghi periodi dell’anno, qui aveva il suo studio in cui ha realizzato gran parte delle sue opere pittoriche: immagini desuete e metafisiche di Roma, visioni fiabesche di Venezia, figure, libri, fiori delicati e nature morte dall’atmosfera morandiana, un mondo di piccole e grandi cose che svela la sua alta personalità di pittore “romantico” che con la sua fulgida arte ha voluto esprimere “un senso di poesia per contrastare l’aridità materialistica” del nostro tempo.

6 luglio 2017

A 3 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti