La storia vera di Banca delle Marche – XXIII puntata

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Con questa puntata siamo alle “comiche” con la presenza di un misterioso consulente indiano, di cittadinanza statunitense, che poi si scoprirà essere un millantatore e che causerà gravi perdite all’Istituto.

Il consulente indiano gran millantatore!

Gli inizi sono generalmente difficili, ogni ufficio risente di mentalità e modalità operative diverse, imposte dal responsabile e caratterizzate dalla provenienza, ma sono anche gli anni in cui si discute dell’introduzione dell’euro e della possibilità che l’Italia possa entrare o meno nel nuovo sistema. In particolare, la discussione si sviluppa in seno al comitato di direzione, composto dal direttore generale, dal condirettore generale e dai due vicedirettori generali. Da una parte, i due componenti di provenienza pesarese sostengono che l’Italia non ce la farà e che quindi i tassi di interesse, anche dei titoli di Stato, schizzeranno alle stelle, dall’altra i due componenti maceratese e lauretano sostengono il contrario, con una prospettiva di tassi stabili o calanti. La disputa è complicata dalla presenza di un misterioso consulente indiano di cittadinanza statunitense, che si proclama consulente anche della Fed Bank e che passa molto tempo fuori della porta del direttore generale. Visto che il braccio di ferro non si sblocca, il comitato di direzione, per un lasso di tempo considerevole, non sarà più convocato e, forse, anche per consiglio del misterioso personaggio, si procede alla vendita di una somma consistente di titoli di stato trentennali all’11% per acquistare titoli a tasso variabile, che avrebbero dovu-to reagire alle variazioni determinate dal mancato ingres-so dell’Italia nel sistema euro. Mai previsione fu più clamorosamente smentita! Al collega che mi racconta la vicenda, che potrebbe aver causato alla Banca una perdita stimata in qualche centinaio di miliardi di lire, e le responsabilità di chi l’ha realizzata, dico che forse sarebbe più interessante conoscere chi tali titoli ha comprato, garantendosi una rendita sicura e consistente in luogo della banca! Il misterioso personaggio, si scoprirà poi (?), è un millantatore, i cui titoli sono in gran parte inesistenti e che sarà allontanato non prima di aver fatto anche altri danni all’organizzazione aziendale. Anche il vicedirettore generale pesarese se ne andrà per finire in una banca di San Marino, mentre alla fine degli anni ’90, con il secolo e il millennio, finirà anche il rapporto di lavoro con il direttore generale, congedato con una bella somma! Al presidente, che mi comunica trionfante la conclusione della vicenda, replico acido che quella somma gliela avrei chiesta di danni, ma le banche non amano il clamore e tutto è accettabile pur di chiudere una vicenda in silenzio e senza conseguenze sull’immagine.

26 giugno 2017

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