Le Marche…è una regione d’Italia!

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Questa cartina dal centro Italia è del 1697, la regione Marche non esiste e al suo posto c’è, invece, Picenum.

 

Sembra ovvio, ma in realtà non è proprio così se vi spiego il contesto nel quale ho sentito questa asserzione: su un notiziario SKY TG 24, il giornalista nel descrivere un incendio nella pampa argentina, che ha incenerito un’area enorme “grande quanto Le Marche”…, si sente in dovere di precisare per evitare dubbi all’audience che Le Marche è “…una regione italiana”. Certo è una precisazione quasi assurda, ma la nostra, ammettiamolo, è la regione meno conosciuta d’Italia ed è forse nota al telegiornalista perché dalla fine d’agosto ne ha parlato in ogni tg, anche se per lui è un sistema nebuloso. Secondo me pesano ancora sulla poca conoscenza di questa regione due macigni storici, nonostante che all’inizio di questo millennio l’amministrazione regionale abbia fatto di tutto per far conoscere Dustin Hoffman ai Marchigiani.

 

Le due ragioni

La prima di queste ragioni è il negazionismo per la ragion di stato del Papa Re che ha cancellato ogni traccia documentale del nome Francia che la regione aveva nell’alto medioevo, imponendo al popolino dai pulpiti delle chiese e agli eruditi dalle cattedre degli atenei la totale negazione della origine picena dei re e imperatori Franchi. Il secondo è che per colmare il vuoto di storia prodotto dalla cancellazione della Francia, ha dovuto inventare un insieme di succedanei  inconsistenti  a partire dalla dominazione longobarda fino all’invenzione del toponimo Le Marche, a mio avviso a tutt’oggi poco conosciuto proprio perché non ha memoria storica.

 

Marche: nome recente

Il nome che io sappia, compare solo sui testi di storia recenti, non l’ho trovato su antiche bolle o atti notarili. Questo toponimo tratto dalle ipotesi amministrative di Egidio Albornoz nel XIV sec. si è sostituito (non saprei esattamente quando perché è stata una operazione forzata a posteriori), al più corretto toponimo storico di “provincia picena” che tutti gli autori locali utilizzano nei loro testi dal XIV fino al XVIII secolo ignorando completamente che dovrebbero scrivere Le Marche (non li corregge neppure il vaglio della censura). Conosciamo l’origine dei nomi delle regioni, che nascono in genere dai loro più antichi abitatori o da evoluzioni di questi etno-toponimi, salvo Lombardia e Piemonte sabaudo, di questi però sappiamo bene il perché.

 

Quanti marchesati nelle… Marche!

Le Marche sono come al solito una eccezione: per la storia medievale oltre ad essere disabitate per tutto il periodo in cui c’erano invece i progenitori di Pipino e Carlone, sarebbero conosciute col nome e per di più al plurale che l’amministrazione Carolingia dà ai grandi feudi di frontiera, per logica distribuiti lungo tutti i confini del Sacro Romano Impero e non solo da noi. I marchesati sono tra l’altro estensioni territoriali notevoli che raggruppano diverse contee; con la nascita degli stati territoriali tali circoscrizioni (omogenee solo sui diplomi e mai in realtà), scompaiono dalla geografia per restare nei blasoni gentilizi barocchi. Data la modesta estensione, la “marca” picena sarebbe tutta intera appena sufficiente a giustificare il titolo, ma no, di marche ce ne sono tante, e solo queste, piccoline e mai presenti nei documenti (contrariamente alle contee e ai ducati) sono oggetto degli sforzi degli storici a spiegare che le quattro o cinque “marche” (dicono derivate dal germanico mark), in cui l’Albornoz divide il Piceno storico ovvero l’antica Francia, sarebbero la frontiera dell’impero. Peraltro le ipotesi amministrative del cardinale non furono mai applicate.

 

Perché non chiamare le Marche… Piceno?

Il fatto che solo i feudi di questo piccolo territorio che la storia papalina vuole da sempre del Patrimonio di Pietro, (Pipino e Carlone qui ci verrebbero solo per aiutare i Papi perciò Le Marche sono addirittura fuori dall’impero quindi un assurdo controsenso) rappresentino invece le frontiere carolingie in modo così prepotente e unico da meritarsene il nome è, a mio avviso, una tale forzatura che fa il pari con quella che i Franchi parlassero latino solo perché faceva figo. Tra l’altro marchia da cui deriva Marchionis (marke Markgraaf esistono solo nella Germania post-carolingia) è peraltro di chiaro etimo italico, quanto “mass media” che oggi è universalmente considerata una espressione della lingua inglese. Non ho trovato nessun diploma, epigrafe, lacerto di memoria popolare che suffraghi il nome Le Marche per quel periodo storico altomedievale dal quale si vuole derivi, sarei grato a chi li conoscesse se me li comunicasse. Se ben ricordo lessi che nel basso medioevo (quando Ancona era a tutti gli effetti la quinta repubblica marinara d’Italia) la si volle un marchesato, ma col marchese che a scanso di brutte sorprese dimorava ad Ascoli. Siccome non è poi così difficile né peregrino correggere le forzature, perché non cambiare il nome della regione in quello più rigorosamente vero, noto e ricchissimo di storia de IL PICENO?

20 maggio 2017

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