Stigmăta – La tradizione del tatuaggio in Italia

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In concomitanza con la manifestazione “Tattoo Expo 2017”, mercoledì 29 marzo verrà inaugurata a Bologna presso il Museo Civico Medievale la mostra “Stigmăta – La tradizione del tatuaggio in Italia”, una occasione unica per scoprire un patrimonio culturale nazionale finora ignorato. L’evento è organizzato dall’Associazione Stigmăta, in collaborazione con Istituzione Bologna Musei e la Tattoo Expò. Apre il percorso il primo tatuato italiano accertato: Oetzi, l’uomo di Similaun, che nel 3000 avanti Cristo si fece ben 61 tatuaggi; sono delle serie di trattini sulle giunture delle caviglie e sulla spina dorsale, negli stessi punti utilizzati dall’agopuntura: una terapia per i dolori reumatici? Comunque non è una invenzione moderna, né esotica: se ne ha menzione fin da prima di Roma, come usanza diffusa tra i “barbari”. I simboli erano segni di riconoscimento delle tribù e animali totem; i guerrieri, in particolare, si tatuavano anche con figure per intimorire il nemico. L’usanza dei tatuaggi, o “Stigmae”, venne copiata dai soldati Romani, come una sorta di giuramento alla propria legione ed efficace modo per scoraggiare la diserzione. Ma dovette essere una consuetudine molto diffusa in tutte le fasce della popolazione, tanto da spingere l’imperatore Costantino nel 325 d.C., e papa Adriano I nel 787, a vietare la pratica. In clandestinità l’abitudine al tatuaggio sopravvisse, la ritroviamo nei Crociati e poi nei pellegrini del Santuario di Loreto (durato per 5 secoli fino a pochi decenni fa) come fatto mistico e devozionale per ricordare il lungo percorso di fede effettuato. La damnatio ebbe il culmine nel 1800, quando all’opposizione della chiesa si aggiunse una tendenza culturale e politica di cancellazione del passato, e come ulteriore rinforzo, la diffusione delle pubblicazioni del dottor Cesare Lombroso, il padre della criminologia, secondo il quale gli uomini tatuati erano criminali, e le donne tatuate prostitute. Solo nell’epoca dei “figli dei fiori” è cominciata a rinascere, timidamente, la cultura del tatuaggio e oggi, malgrado conservi in parte un alone di pregiudizio, è diffusissima nelle varie forme e significati. Per molti una tendenza, un vezzo puramente estetico, per altri un modo per esprimere la propria personalità, e ancora: appartenenza a un gruppo, ricordo di evento importante, legame con una persona, simboli religiosi…

La mostra “Stigmata” sarà visitabile dal 29 marzo al 30 aprile 2017 presso il Museo Civico Medievale di Bologna in via Minzoni n.4, telefono 051.2193916.

 

Simonetta Borgiani

29 maggio 2017

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