La storia vera di Banca delle Marche – VIII puntata

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Inizia il lavoro in segreteria

Il 17 ottobre 1972, l’avvocato Marconi mi chiamò in segreteria, con Ageo Arcangeli (in foto, anch’egli già collaboratore di mio padre), per uno scambio di posto, con il mio compagno di università Giuliano Ilari le cui motivazioni avrei conosciuto solo molto dopo; scambio voluto fortemente proprio da Arcangeli, forse pensando (e spesso a torto!) che i figli siano come i loro padri! Grande è stata la emozione di trovarmi a lavorare in quello che era stato l’ufficio di mio padre, ma soprattutto grande il sollievo di dover affrontare argomenti e problemi più vicini alla mia preparazione sia culturale che professionale, accantonando il dare e l’avere, i foglietti gialli e bianchi per la cassa e altro, con un solo piccolo rammarico: quello di non aver completato la conoscenza di tutte le attività della filiale (i fidi, soprattutto). Nell’ufficio, sei armadi con gli sportelli a scomparsa nei fianchi, racchiudono ognuno sei ripiani di cartelle con le pratiche in corso, ordinate alfabeticamente (il settore di attività) e numericamente (le singole posizioni), con un sistema adottato da mio padre molti anni prima e rimasto in uso fino alla fusione. Del resto, se così non fosse, sarebbe difficile districarsi tra le circa tremila pratiche correnti: per questo ho trascorso le prime settimane del nuovo incarico a sfogliare tutte le cartelle per comprenderne il contenuto, fino a poter dire, finalmente e senza esitazione: “dove” sta “cosa”! Quindi massima attenzione alle attività allora tipiche dell’ufficio, come la giornata del risparmio o l’assemblea dei soci, una edizione straordinaria della quale si tenne proprio poche settimane dopo: sarà la prima di una lunghissima serie di oltre cinquanta alle quali presi parte, tra Cassa di risparmio della provincia di Macerata, Banca Marche e Fondazione Carima.

 

 Ageo Arcangeli
Ageo Arcangeli

Continua l’espansione della Cassa

La Cassa sta vivendo un momento di particolare fervore, con il personale che sale rapidamente da 350/400 ad oltre 900 dipendenti, mentre l’espansione territoriale è rallentata da una ferrea disciplina della Banca d’Italia che centellina le nuove autorizzazioni per l’apertura degli sportelli, tanto che la Cassa è costretta a ricorrere ai trasferimenti, di più agevole autorizzazione: da Camporotondo di Fiastrone, Cesi di Serravalle e Castel San Pietro di San Severino Marche a Trodica di Morrovalle e alle Agenzie n° 3 di Civitanova Marche e di Piediripa di Macerata. Unica eccezione lo sportello di Loreto, la cui nuova apertura è concessa in “compensazione” del mancato assorbimento della Cassa di risparmio di Loreto (in foto), in quel momento in forti difficoltà finanziarie e operative, ma il mantenimento della cui autonomia era fortemente sostenuto da ambienti vaticani, costituendo di fatto tale piccola Cassa lo sportello di tesoreria della Santa Casa. Molti gli avvenimenti di quel periodo: nel 1975 Marino Cingolani cessa le sue funzioni di presidente, sostituito da un altro recanatese: Raimondo Guzzini. Costui affronta il suo mandato con uno stile aziendalistico che comincia a dare i suoi effetti, quando un tragico incidente stradale nei pressi di San Severino Marche ne provoca la morte il 21 luglio 1978 (pochi giorni dopo, all’inizio di agosto, morirà anche l’ex presidente Marino Cingolani). La Cassa per tre anni sarà guidata dal vicepresidente Giuseppe Sartori (personaggio singolare, che metterà in crisi l’ACRI, l’Associazione delle Casse di risparmio, proponendo una consistente riduzione degli emolumenti degli amministratori), fino alla nomina nel 1981 di un nuovo presidente nella persona del professor Dante Cecchi, nell’ambito della cosiddetta “tornata dei professori”, una serie di nomine di provenienza della docenza per lo più universitaria, fortemente voluta dal ministro Andreatta, in cerca di personaggi più “neutrali” politicamente. Intanto nel 1980 viene creata anche la sede di Civitanova Marche, sottraendo una parte del territorio e dei soci alla sede di Macerata, e tale struttura rimarrà inalterata fino alla trasformazione in s.p.a. in applicazione della cosiddetta “legge Amato”.

06 marzo 2017

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