Chej, il piccolo saggio

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Da 15 anni, ogni estate, arrivano a Macerata alcuni bambini del popolo Saharawi grazie all’Associazione “Rio de Oro”. Ho conosciuto il piccolo Chej, uno dei tanti bimbi che Rossana Berini salva dal dimenticatoio del peggior deserto del pianeta. Chej non camminava e nemmeno riusciva a stare seduto per una grave forma di patologia neurologica. Mi ha colpito, questo bimbetto di nemmeno otto anni, perché mentre tutti gli atri giocavano con giochi mai avuti prima, né mai visti, lui era lì, buttato sopra un materasso con un libro in mano e tormentava chiunque gli capitasse a tiro chiedendo il significato delle parole. Si è girato verso di me e, siccome era tutto sporco di cioccolato in viso, mi sono messa a ridere. Lui mi ha detto in un perfetto italiano: “Lo so perché ridi: ti sembro un pagliaccio!” Sono rimasta senza parole.

saharawi

Ho chiesto alle assistenti se fosse stato in Italia precedentemente e mi è stato risposto di no, aggiungendo che da quando era arrivato non faceva che leggere. Me ne sono innamorata! Quando è stato operato alle gambe mi sono data da fare per trovargli una famiglia disposta a ospitarlo per il periodo di riabilitazione e terapia. Si è offerta una giovane coppia, lei è buddista, ogni mattina i buddisti recitano un mantra. Va da sé che Chej fatto mille domande, profonde e pertinenti. Ha domandato le differenze e ha voluto pregare anche lui al modo buddista. Un bimbo con uno straordinario spirito di ricerca! Anche nella scuola elementare che ha frequentato durante i pochi mesi della sua permanenza ha sorpreso tutti, fino a scrivere una poesia su Dio. Il giorno in cui sono andata nella sua classe a spiegare con un video chi è il popolo Saharawi, perché Chej doveva tornarci e ho parlato a lungo del lungo muro, lungo il quale il terreno è disseminato di mine antiuomo, un bambino si è distratto e ha riso. Il piccolo saggio Chej lo ha richiamato dicendogli, con una dolcezza che solo chi lo conosce può comprendere: “Non ridere Adriano… questo non è un film, è la mia vita nel Sahara”.

01 marzo 2017

 

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