La storia vera di Banca delle Marche – V puntata

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La nuova sede centrale

S’intraprende la costruzione della nuova sede, poiché l’attuale era diventata insufficiente sia per il pubblico sia per gli uffici. Si acquista un palazzetto adiacente, anch’esso prospiciente la piazza Vittorio Veneto, unito con un passaggio ad arco che scavalca il vicolo e i due corpi di fabbrica vengono uniti inglobando anche un pezzo del vicolo Ranaldi, che allora sboccava sulla piazza e oggi invece, interrotto, termina nel parcheggio della banca. Un cantiere enorme richiede anche il trasferimento altrove degli uffici per un tempo abbastanza lungo, circa due anni: la direzione generale trova posto nel Palazzo del mutilato, in piazza Oberdan, mentre gli sportelli sono adattati nella parte esterna murata del porticato del palazzo dei carabinieri, di fronte alla Cassa, sul corso della Repubblica e piazza Vittorio Veneto. Il progetto, benché di un grosso nome dell’architettura, come Marcello Piacentini, mostra subito alcune criticità: l’edificio che viene realizzato ap-pare “datato” ed è in pietra rosa di Assisi, molto pregiata, ma una presenza unica non solo a Macerata, ma anche in tutto il circondario, apparendo così avulsa dall’ambiente di più modeste costruzioni in mattoni intonacati che la circondano.

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Ma gli anni non sono ancora quelli di una pur minima sensibilità ambientale (si pensi anche all’orrendo edificio quasi coevo, creato alle spalle della chiesa della Misericordia, che ne ha obliterato alla vista cupola e campanile!) e soprattutto nessuno pensa di opporsi o di ostacolare in qualche modo lo sviluppo della maggiore azienda cittadina, e non solo! La nuova sede è inaugurata il 25 aprile 1954 ed è dotata di tutti gli impianti e le attrezzature più moderne per un proficuo svolgimento dell’attività bancaria; alla cerimonia partecipano cittadini, dipendenti e autorità, tra cui pure i direttori generali Luigi Battocchio (1929-1934) e Augusto Formiconi (1935-1948) oltre all’attuale Osvaldo Ortenzi. Tutto l’arredamento in legno del piano terra (sportelli della filiale) e del primo piano (presidenza e direzione  generale, compresi i corrimano delle scale e gli armadietti spogliatoi del consiglieri) è opera della ditta Maggini di Recanati, con una unità stilistica che resisterà fino agli anni ’90, quando le nuove esigenze operative romperanno questa unitarietà, con interventi (soprattutto nel salone del pubblico) non sempre stilisticamente felici. Alcuni di quei mobili fanno ora parte della dotazione dell’Associazione, come il tavolo del salone del pubblico (ora del nostro Consiglio direttivo) o le poltrone della sala del Consiglio o gli armadietti-spogliatoio dei consiglieri, ora trasformati in librerie. Una svolta sostanziale dell’azienda si ha dalla fine dell’anno 1954, quando, dopo il decesso di Raoul Borioni, è nominato presidente un grande personaggio, come si sarebbe poi rivelato l’avv. Marino Cingolani di Recanati, già presidente della Camera di commercio, che ha retto le sorti della Cassa di risparmio dal 1955 al 1975 e ne ha segnato profondamente lo sviluppo, così come quello di altre realtà regionali collegate, quali il Mediocredito delle Marche e l’Istituto di credito fondiario umbro-marchigiano.

13 febbraio 2017

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