L’antica Faveria riemerge dal lago

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Sotto l’occhio vigile del castello medievale di Pievefavera, sui bordi del lago, ci sono i resti di una villa di epoca romana i quali lasciano intuire che nei dintorni, e forse anche sotto le acque del lago, ci siano i ruderi di un centro abitato, molto probabilmente di origini picene se non ancora più tarde. Gli scavi effettuati dalla Soprintendenza hanno portato alla luce una struttura interessante, realizzata con tecniche diverse, attribuibili a periodi diversi, come a esempio il pavimento in opus spicatum, manufatto tipicamente romano, che insiste accanto a una pavimentazione a lastroni di epoca sicuramente più antica. A riprova che questa non è una villa isolata ma fa parte di un complesso abitativo ci sono stati i ritrovamenti di oggetti sia sulla riva del lago che nei terreni dei dintorni. Molti di questi reperti, alcuni dei quali recano scritte in italico antico, sono conservati in un edificio posto accanto all’area archeologica. La collezione è stata resa possibile grazie a una donazione fatta dal professor Arnaldo Mazzanti che ne ha anche curato una classificazione. Tra i reperti c’è una tomba a cappuccina ricostruita con tegoloni di recupero, ci sono olle, ceramiche a vernice nera, ciotoline e coperchi, monete di epoca romana e perfino due monete puniche; monili, oggetti in metallo di uso domestico e una serie di lumini molto ben conservati, addirittura integri. Insomma tutto sta a testimoniare la presenza di un centro importante lungo la via del Chienti che conduce ai valichi appenninici e i reperti e le storie che emergono dal nostro passato non mancano di suscitare l’interesse dei visitatori.

                    

(foto Fernando Pallocchini)

31 ottobre 2016

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