Piove? L’ombrello! …o no?

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Andare a vedere una partita di pallone, per uno che il calcio lo ama tiepidamente, sta diventando un sacrifico immane, tanto che si rischia lo scoraggiamento. La nostra Maceratese, dopo un anno da record per la sua imbattibilità assoluta, sta dando belle soddisfazioni anche nella categoria superiore, dove lotta per le primissime posizioni. Per cui anche uno come me, che il calcio non lo guarda più neanche in tv, per uno spirito campanilistico d’antan  può decidere di andare a portare il proprio grido d’incoraggiamento a tanto valorosa squadra e a tanto grintosa Presidente. Parlando con gli amici al bar di questa mia generosa decisione vengo a sapere, per fortuna!, che il biglietto non si compra più al botteghino dello stadio ma altrove: avrei fatto proprio la figura del cretino o, addirittura, quella del terrorista vagando nelle recinzioni alla ricerca di una cassa che non c’è e attirando la sospettosa attenzione delle Forze dell’Ordine. Ma tant’è, sono andato all’edicola della stazione ffss e, dopo tanti anni, ho preso possesso dell’agognato biglietto per l’Helvia Recina. Il fatidico giorno piove (Governo ladro! Oggi si può affermare…), prendo l’ombrello. Ne ho diversi nel portaombrelli accanto all’uscio e, dopo una rapida riflessione, afferro quello più grande: mi avrebbe riparato meglio nel lungo tragitto obbligato per giungere in tribuna. Sapete, ultimamente, sarà per l’età, la mia salute è diventata un po’ cagionevole e devo stare attento a non prendere freddate. Ai cancelli del “campo di concentramento” c’è la fila ma non in quelli degli ospiti che sono una minuscola pattuglia. Mi domando: “Per chi tanta sicurezza? In alto hanno paura che i tifosi maceratesi, visto che ci sono solo loro, si prendano a botte da soli?” Tocca a me e l’addetto mi fa: “Mi dia l’ombrello”, lo guardo e rispondo, cortese: “Se si deve riparare è largo, l’ho preso apposta, venga che lo tengo io e ci ripariamo in due!” mi guarda come se fossi scemo: “Non può entrare con quello: ha la punta!” rispondo intimorito dal tono autorevole: “Ma piove… devo arrivare alla tribuna, mi bagnerò tutto” – “Senta signore, se vuole entrare lo deve lasciare qui!” Rifletto un attimo: una partita di pallone, per me tifoso tiepido,vale una polmonite? Decido per il no e giro i tacchi. Mi spiace per il biglietto che ho pagato e pure per la squadra che non avrà il mio incoraggiamento. Salendo su per via dei Velini mi chiedo: “E in estate, a una signora dalla pelle delicata che arriverà col parasole… la faranno arrostire?” 

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