Di Fernando Pallocchini
Per fare una vera riforma delle pensioni ci vogliono degli attributi che nessun politico oggi ha, perché sono tutti vincolati da qualcosa (potere, poltrona, amicizie, ecc.) e mancano di coraggio. In una nazione tutti spendono per vivere, quindi tutti contribuiscono al mantenimento del sistema, chi più chi meno, con tassazioni dirette e indirette (basti pensare al gettito Iva cui tutti contribuiamo o alle accise sui carburanti). Tutti hanno diritto a vivere dignitosamente nel momento del pensionamento. Cosa che oggi in Italia non avviene. Dalla tabella si vede come quasi la metà dei pensionati italiani viva nell’indigenza, alcuni in povertà, altri sulla soglia della povertà, perché con meno di 1.000 euro al mese, considerate le spese obbligate cui far fronte, vivi di privazioni, ancora peggio se devi pagare un affitto per la casa. Il 38,7% dei pensionati se la cava abbastanza bene con una pensione che oscilla dai 1.000 ai 2.000 euro, mentre una fascia che va dai 2.000 ai 3.000 euro vive bene (13,2%). Restano i privilegiati che sono appena il 5,5%, dunque una minoranza, che si porta via 47.331.000,00 pari al 17,5% del totale pensionistico erogato in Italia. Il paragone con i più poveri (49.452.000,00 di euro) salta subito agli occhi: 900mila pensionati beneficiano della stessa cifra di oltre 7milioni di persone. Non ci sembra giusto. È una questione di dignità e di sostegno a chi nella vita ha avuto meno opportunità di altri, per qualsiasi motivo . A questo punto serve una considerazione: coloro che beneficiano di pensioni altissime lo fanno perché hanno versato contributi alti per i forti guadagni realizzati durante la via lavorativa, che hanno permesso loro di accantonare ingenti risorse, mobili e immobili. Vale a dire che possono vivere più che bene anche senza pensione, o con una pensione più modesta. Il sistema, in un paese che si professa civile, cristiano e guidato da politici che si professano di sinistra, non può e non deve presentare un così forte squilibrio pensionistico. Come fare? È semplice, basterebbe applicare alle pensioni il principio dei vasi comunicanti, secondo il quale mettendo in comunicazione più contenitori il liquido da essi contenuto si disporrà allo stesso livello. Ovvero, immaginando che le fasce di reddito pensionistico della nostra tabella siano dei contenitori e che il denaro erogato sia un liquido, collegandole si avrà un riequilibrio. In sostanza dividendo il totale in euro delle pensioni (270.720.000,00) per il numero dei pensionati (16.593.892) si otterrà la cifra annua che ogni singolo pensionato andrebbe a incassare: 16.314.400,00. Che sarebbe pari a una mensilità di 1.360,00 euro. In Italia scomparirebbero i “poveri pensionati”. Certo, applicare il principio dei vasi comunicanti, porterebbe a pestare tanti piedi, comunque sempre a una minoranza.