“Ritorno alla terra”

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Non è un film di fantascienza

ma una proposta del Movimento 5 Stelle

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Riceviamo e pubblichiamo dal Movimento 5 Stelle.

Probabilmente molti lettori se lo ricordano, ma tutta la politica locale sembra non esserne a conoscenza, visto che non ne parlano: con le ultime tre amministrazioni, in una città la cui popolazione è stabile da oltre quarant’anni intorno alle 43mila unità, sono state previste nuove volumetrie edificabili per oltre ventimila abitanti insediabili. La scelta attuata potrebbe apparire assurda, ma, evidentemente, ci sfugge qualcosa visto che quelle previsioni sono state inserite nel nostro Piano Regolatore tutte su proposta di privati (e sottolineiamo tutte), proprietari dei terreni.

Non vogliamo indagare, ora, su quei motivi. Ci interessa invece evidenziare gli effetti nefasti che quelle strategie stanno avendo sulla vita quotidiana di tutti noi, anche se non direttamente coinvolti da quelle possibili trasformazioni urbanistiche. Servono innanzitutto due parole sul Piano Regolatore Generale (P.R.G.).

Il P.R.G. è uno strumento con il quale l’ amministrazione pubblica compie delle scelte sul futuro della città che amministra. Tale strumento non si limita a regolare l’attività edilizia.

Finita la premessa sul P.R.G., osserviamo che tutte le scelte compiute in questi ultimi decenni son state capaci di prevedere esclusivamente nuove costruzioni, come se lo sviluppo di una comunità fosse possibile solo attraverso la realizzazione di nuovi edifici. L’industria edilizia si è sicuramente sviluppata, ma tutti gli altri ambiti della vita produttiva hanno dovuto arrangiarsi per proprio conto: artigianato, commercio, turismo, attività culturali sono ambiti che un buon P.R.G. dovrebbe studiare per agevolarne lo sviluppo e la relativa integrazione, ma sono completamente abbandonati a loro stessi, e sopravvivono delle briciole che cadono dal tavolo imbandito dell’edilizia.

Rilevato questo, emerge chiaramente che una politica che pensa solamente a cementificare non riesce a compiere una valutazione seria e credibile della città esistente, capace di rilevarne le problematiche, e di coglierne al contempo le potenzialità di crescita: la crisi del centro storico è, seppur artificiosamente, nel dibattito politico e ci colpisce tutti perché riguarda la nostra identità cittadina, ma dei problemi di traffico e polveri sottili nel quartiere di Santa Lucia chi se ne accorge? Chi interviene? La politica che ci ha governato finora no di sicuro, e la città che oggi viviamo ne è la testimonianza.

Mancanza di una strategia complessiva di sviluppo futuro per il lavoro di tutti e incapacità di rilevare le reali problematiche della città esistente (e delle persone che vivono al suo interno) sono due conseguenze che la politica attuale del cementificare hanno sulla vita quotidiana di tutti noi.

Ce n’è anche una terza, ed è una reale spada di Damocle che pende sulle nostre teste: un Bilancio Comunale drogato. Lungi da noi qualsiasi intento polemico, ma non possiamo non osservare che, a seguito di tutte quelle previsioni edificatorie di cui si accennava all’inizio, nel Bilancio Comunale sono state inserite tutta una serie di entrate potenziali che difficilmente si realizzeranno in tempi brevi, cioè quelle legate agli oneri e ai pagamenti relativi alle ipotetiche nuove costruzioni. Sulla base di quelle entrate son stati pianificati interventi di vario genere, che vanno dal sociale, ai lavori pubblici, fino alla scuola e alla cultura. Quando un giorno ci si accorgerà che la previsione era stata fortemente sopravvalutata, allora, quelle che venivano considerate spese coperte diventeranno debiti effettivi, e la città si troverà a dover fare i conti con tagli di spesa e nuove urbanistica-Macerata-2imposte per far fronte alla nuova situazione debitoria. E un Comune non è una banca che può emettere titoli tossici che qualche “credulone” acquisterà….

Appare evidente, alla luce di quanto detto, che invertire la direzione alla gestione del territorio finora attuata significa quindi intervenire per migliorare direttamente la vita quotidiana di tutti noi. Per renderla maggiormente equa, offrendo a tutti i cittadini le stesse possibilità di realizzazione. Per questo motivo riteniamo che un primo intervento utile per Macerata sia la ridiscussione delle ultime due varianti urbanistiche (più note come Piano Casa e Minitematica) per ridurne le capacità edificatorie tramite il ritorno di superfici edificabili allo stato originario di aree agricole. Anche città italiane e vicine a noi hanno attuato questa scelta che sembrerebbe tipica dei paesi nordici (ad esempio, a Senigallia, giunta PD). Tale proposta potrebbe cogliere anche appoggi inaspettati. Pensiamo ai proprietari dei terreni, gravati da tasse che non si aspettavano così alte e per così tanto tempo.

Con la trasformazione di aree edificabili in agricole, attuando quindi una politica che azzeri il consumo di suolo agricolo, si sarà poi obbligati ad affrontare tutti quegli aspetti di cui abbiamo accennato, arrivando, in tal modo, alla definizione di una nuova città e di un nuovo modo di vivere insieme, fondati sul recupero e sul miglioramento della città esistente, e su di un sistema delle scelte realmente rivolto verso l’interesse pubblico.

E’ questa la nostra prima proposta programmatica forte, molto diversa dalle solite promesse populiste e clientelari che leggiamo da sempre e, soprattutto in questi giorni, sui giornali.

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