VIA CRESCIMBENI

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Tratto da Macerata tra storia e storie

di Fernando Pallocchini

Via Crescimbeni, Palazzo Romani-Adami
Via Crescimbeni – Palazzo Romani-Adami

Il primo contatto di Macerata con la nobile famiglia dei Romani risale al 1662 quando i Canonici del Duomo nominarono organista titolare il Padre agostiniano Nicola Romani da Monte San Giusto, allora rettore del Seminario. A questo seguirono altri familiari che, grazie a ottimi matrimoni, acquisirono proprietà e titoli nobiliari. Il patrimonio si ampliò ulteriormente quando Prospero Romani adottò il fermano Nicola Adami già ricco di suo e il cognome della famiglia divenne Romani-Adami. Uno della stirpe, Antonio, nel 1794, pur essendo Capitano nell’armata del Principe Elettore di Baviera, dilapidò le sostanze della casata curando poco i beni per fare il cantante e l’attore. Si rifece ottenendo, per le conoscenze della moglie, l’appalto delle poste provinciali e con l’ennesimo matrimonio (questa volta del primogenito Nicola con la contessa Caterina Dondini di Bologna) ricostituì gli averi. Fino al 1940 il conte Umberto Romani gestì la farmacia ex Todde in via Lauri, nei locali dov’è ora il bar “La tazza d’oro”. Altre famiglie illustri cerchiamole seguendo la numerazione. Al n° 11 troviamo il Palazzo Carnevali che prende nome dal Conte Eutimio Carnevali venuto a Macerata da Pesaro nel 1817 come Conservatore delle Ipoteche. Nei primi decenni del ‘600, sull’area dove sarebbe sorta questa casa, si praticava il gioco della pallacorda. Al n° 14 c’è la Casa Chiappini, dove dal 1711 abitarono, provenienti da Castorano e oriundi di Amandola, Raimondo e Carlo Chiappini rispettivamente esattore delle Monache di San Vincenzo e amministratore dei beni romani dei Buonaccorsi. Al n° 20, c’è il Palazzo Blasi-Savini-Foglietti. Qui, a iniziare dal tardo ‘500, insisteva un lupanare come testimonia lo storico Amico Ricci che

Via Crescimbeni
Via Crescimbeni – retro di Palazzo Floriani

racconta della iscrizione tariffaria di “un giulio”. al n° 30 c’è il Palazzetto Romani-Adami che fu eretto sull’area occupata da piccole case acquistate per 1000 scudi. Come si legge nell’ “Indice delle contrade e porte” del 1799 questo palazzetto, costituito da 50 stanze, aveva 7 porte: due nella Strada di Mandiroli (oggi via Crescimbeni), due nella piaggia di Romani (oggi piaggia Floriani), due nella Strada di San Lorenzo (odierna via Mozzi) e un’altra nel Vicolo degli Ortacci. Verso la metà dell’800 lo stabile passò al Conte Alessandro Tomassini-Barbarossa e dei locali vennero affittati agli uffici del Bollo-Registro, alla Conservatoria delle Ipoteche e alle Imposte Dirette. Nel 1911 la Banca Popolare acquisì tutto trasferendovi i suoi sportelli fino al 1930 quando, fallita, la proprietà passò al Banco di Roma e, infine, alla Fondazione della Cassa di Risparmio. Al n° 42, insiste Casa Cupelli dove abitò a lungo Isabella Mastai Ferretti, sorella del Papa Pio IX. E’ poi la volta di Casa Ricci-Bonifazi-Quarantotti che si trova al n° 51 e deriva da una serie di accorpamenti di casupole; questo edificio fu a lungo ritenuto la casa natale di Padre Matteo Ricci. Al n° 62 troviamo il Palazzo Accorretti che risale al tardo ‘500 e dal 1767 divenne proprietà di Francesco Accorretti, nominato Marchese da Pio VII. Un suo figlio, Giovanni, fu Rettore dell’Università e Presidente del Tribunale. Terminiamo con Casa Tornabuoni, sita al n° 62/a, acquistata da questa famiglia nel 1798 dal Senatore Domenico Massi. Dei Tornabuoni è noto Filippo, deputato della Costituente romana, con Garibaldi nella battaglia di Velletri e fondatore, con Nino Bixio, di un ramo della massoneria maceratese. Via Crescimbeni ha avuto diversi nomi, nel primo tratto, grazie al suo andamento pianeggiante, venne denominata “Strada piana” mentre nella seconda parte, quella ove si affacciava il palazzetto omonimo, si chiamò “via Mandiroli”. Solamente nel 1874 venne ribattezzata, per tutta la sua lunghezza comprendente entrambi i tratti, “via Crescimbeni” e la nuova denominazione si basò su un errore perché si riteneva, sbagliando, che nel palazzetto poi chiamato Carnevali fosse nato il letterato Gian Mario Crescimbeni.

continua

Foto di Cinzia Zanconi

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