Oggi la “Mosca” Maurizio vola sull’ospedale…e bombarda

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La Sanità maceratese è indifesa

dalla politica del Pd e maltrattata da anni

 Maurizio-Mosca-col-cane

Nel dibattito che le varie forze politiche stanno portando avanti in vista delle prossime elezioni, c’è un argomento molto importante, ma di cui si parla poco e si agisce meno. Pur rimarcando il fatto che l’Asur preferisce assumere nuovi dirigenti amministrativi (bando dell’agosto 2014), e lasciare sguarniti i reparti e il pronto soccorso di personale sanitario, viene da chiedersi come mai la politica maceratese (o almeno una sua parte) consideri di secondaria importanza il tema della Sanità: a parole è tutto un fervore, mentre i fatti dimostrano il contrario. Eppure questo è un argomento che riguarda tutti.

A Macerata manca una visione di insieme: l’Ospedale Generale Provinciale cade letteralmente in rovina e viene smantellato pezzo per pezzo, in mezzo a molte chiacchiere e pochi fatti. A Macerata pare debba valere il principio delle “reti cliniche”. In teoria il sistema di assistenza “in rete” prevederebbe per il paziente un team più allargato e competente di professionisti. In pratica, però, le “reti”, da noi hanno coinciso con la chiusura dei piccoli ospedali e il depotenziamento di quelli rimanenti tramite la falcidia dei reparti, mentre altrove si costruiscono ospedali nuovi, funzionali e con reparti specialistici all’avanguardia.

I fatti sono chiari, ed è difficile smentirli: al pronto soccorso i lavori sono fermi, ma abbiamo, sempre sulla carta, rassicurazioni che finiranno l’anno prossimo; al sesto piano siamo in attesa di verificare se effettivamente il reparto di microchirurgia verrà aperto fra poche settimane, come ha dichiarato il direttore Gigliucci, dopo che per decenni è stato abbandonato a se stesso e, alla fine, risistemato anche grazie alla pressione continua dei cittadini. Attendiamo, quindi, con vera speranza la riapertura piena non solo del reparto, ma anche della microchirurgia oculistica.

Un altro problema di cui si è parlato troppo poco in questi anni è la mancanza, nei vari reparti, del primario: manca un primario a Medicina, manca un primario al pronto soccorso, manca, inoltre ormai cronicamente, il personale paramedico ormai ovunque e quello che va in pensione non viene sostituito con aggravio dei carichi di lavoro.

L’altra nota dolente riguarda la cosiddetta “stroke unit”, che potrebbe salvare molti pazienti dalle gravi conseguenze di un ictus. A Macerata non esiste: in provincia di Ancona ce ne sono tre, due ad Ancona ed uno a Jesi.

In pratica, con questo illogico smantellamento dell’ospedale provinciale, non si colpirà solo Macerata, ma l’intero territorio e, soprattutto, si andrà ad incidere sulla vita dei pazienti, che in questa vicenda sono tristemente stati declassati a ruolo di comprimari.

Difficile, poi, comprendere come mai Macerata debba sempre soccombere a scapito di Civitanova, su cui già da tempo sono confluiti i pazienti e i medici di Otorinolaringoiatria, nonostante l’ospedale abbia dei flussi di ricoveri sostanzialmente della metà rispetto a Macerata, o San Severino. Certo è che il principio dell’eccellenza e delle reti cliniche sono solo il dito dietro il quale nascondersi, se si pensa, ad esempio che il punto nascita di San Severino ha contato nel 2013, 393 parti contro i 1.088 di Macerata, e non per questo il primo è stato chiuso, nonostante non abbia la neonatologia e quindi neanche quindi la motivazione della “eccellenza”. Pure non si spiega, se confermata, la dismissione del reparto di chirurgia vascolare – angiologia dell’ospedale di Macerata a fronte del fatto che lo stesso nel 2013 ha eseguito 1.491 prestazioni specialistiche ambulatoriali a fronte delle 430 di Civitanova Marche e delle 355 di San Severino.

Potrei continuare, snocciolando altri dati, ma mi fermo e mi domando: tutte queste considerazioni sono o no arcinote alla classe politica maceratese? Che cosa ha espresso la classe politica dirigente in materia di sanità in questi anni? Nulla, ad ennesima dimostrazione della inadeguatezza della attuale amministrazione e del PD maceratese sulle questioni vitali per la nostra città.

A queste domande sarebbe retorico rispondere, per cui rilancio e dico: “Il difficile compito del nuovo sindaco della città Capoluogo, chiunque verrà eletto, non sarà litigare con i propri colleghi (come purtroppo è successo), ma fare fronte comune con loro e pretendere in sede provinciale e soprattutto regionale il riconoscimento e la valorizzazione del nostro Ospedale come confermato dai numeri che ho elencato, piuttosto che sempre puntare al ribasso come è stato fatto in questi anni, a discapito – lo ripeto – non solo di Macerata, ma di tutto il suo territorio!”

Maurizio Mosca, candidato Sindaco per Macerrata

 

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