La storia di Macerata a piccole dosi, XLIV puntata

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Liberamente tratta da “Storia di Macerata”,

origini e vicende politiche

di Adversi, Cecchi, Paci

Macerata

 

Due Podestà maceratesi

 

Prologo

Analizzare la storia più recente della nostra città che ha riguardato un periodo caratterizzato da fascismo e antifascismo, due terminologie ancora in uso in politica, non è compito del giornalista ma, piuttosto, degli storici. Purtroppo questo periodo storico è ancora troppo vicino e qualsiasi storico lo abbia vissuto non lo può narrare con distacco e obiettività. Ne parleranno altri in futuro, analizzando documenti ufficiali e fatti raccolti dalla stampa del tempo. Le analisi politiche saranno guardate con un occhio diverso e appariranno per quello che sono realmente state. Noi preferiamo concludere la storia di Macerata presentando due figure di quella epoca, i due Podestà Benignetti e Magnalbò, in base a quanto racconta di loro Vincenzo Machella.

 

Cesare Benignetti

Cesare Benignetti, di Adolfo Benignetti, nacque a Monte-falcone il 14 gennaio 1887; venne nominato Podestà di Macerata il 23 dicembre 1926 e iniziò il suo mandato il primo gennaio 1927, fu in carica fino al 20 luglio 1936. Ingegnere, era imponente e corpulento; a prima vista, per la sua mole e per lo sguardo austero e grave incuteva timore e appariva inaccessibile e distante, poi parlandogli e conoscendolo più a fondo, si notava che era un uomo tanto parsimonioso di parole quanto prodigo di generosità e assetato di realizzazioni. Nel rendere queste effettuali non aveva timore alcuno di superare ostacoli e di comportarsi come anticonformista.

 

Carlo Magnalbò

Carlo Magnalbò, di Giambattista Magnalbò, nacque a Macerata il 7 luglio 1885, fu nominato Podestà di Macerata il 21 luglio 1936 e rimase in carica fino al 1943. Avvocato, era alto, scanzonato, arguto, socievole sotto il profilo della cordialità e del calore umano. Appariva, incontrandolo la prima volta, distaccato e rituale come un milord inglese ma questa era solo l’apparenza. Nei dibattiti giudiziari, nelle discussioni riguardanti il funzionamento dell’Amministrazione comunale, nelle conversazioni tra gli amici e in famiglia conosceva il segreto di semplificare il groviglio dei problemi cogliendone il lato più pratico ed essenziale.

 

Le loro realizzazioni principali dal 1931 al 1940

1931 – Palazzi Incis, sistemazione nuovo macello, sistemazione delle piazze Nazario Sauro, Littorio, Garibaldi con spostamento del monumento, edificio scolastico di via Corridoni, asfaltatura circonvallazione e borghi;

1932 – collaudo caserme Corridoni, costruzione Casa del Mutilato, ultimazione monumento dei Caduti;

1933 – allargamento via Trento, progetto di Prg, riselciatura delle vie XX settembre, S.M. della Porta, Regina Margherita, inizio di via Padre Matteo Ricci, sistemazione del Campo Boario, acquisto biblioteca Castiglioni;

1934 – sistemazione di piaggia della Torre, piantagioni in viale Leopardi;

1935 – acquisto locali ex Terme per Museo e Pinacoteca, costruzione scuola “Casino Cellini”, contributo comunale per la costruzione della Casa della Madre e del Fanciullo, progetto di una via a sud di viale Trieste (oggi via Piave), cessione ex monastero San Lorenzo per edificazione case;

1936 – costituzione dell’Istituto fascista case popolari con concorso comunale, sistemazione piazza Littorio (oggi Mazzini), sistemazione del teatro, costruzione del Campo Fiera, costruzione della Casa del Mutilato con contributo comunale, acquisto centrale elettrica di Fontenoce, sistemazione scuola elementare XXVIII ottobre (poi Collodi, oggi Università), progetto di acquedotto di sollevamento;

1938 – costruzione della “Rotonda” ai giardini, asfaltatura di via Trento, contributo per la costruzione della Casa dello Studente, pavimentazione di viale Umberto I° (oggi viale don Bosco), di Borgo San Giuliano e di vie interne;

1939 – sistemazione di via Merelli;

1940 – convenzione coi Lunghini per il portico di corso Vittorio Emanuele (oggi corso della repubblica), contributo per un nuovo fabbricato in piazza della Vittoria.

Pure in questo periodo furono realizzati il Palazzo delle Poste e Telegrafi su area concessa gratis dal Comune e i grandi edifici Incis sulla zona della vetreria.

 

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