La profezia di San Francesco e il santo eretico

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di Modestino Cacciurri

  eremo di soffiano

“Nel momento decisivo di questa crisi un personaggio non canonicamente eletto elevato al soglio pontificio, si adopererà a propinare sagacemente a molti il veleno mortale del suo errore… Coloro che nel fervore spirituale abbracceranno la pietà con la carità e zelo per la verità, subiranno persecuzioni e insulti come fossero scismatici e disobbedienti”.

 

E’ la Prophetia XIV del Terzo tomo del Sancti Francisci Assiatis pubblicato nel 1739 a Ratisbona con tanto di imprimatur di professori dell’università di Parigi e di fra’ Sabinianus Fritsch, ministro provinciale francescano. Sarebbe una delle tante profezie se non fosse stata rispolverata in ambienti lefevriani e conservatori della Chiesa Cattolica, per esplodere dopo la singolare coincidenza della rinuncia di Benedetto XVI, del primo Papa di nome Francesco e della sua politica di apertura dottrinale. Un falso secondo i francescani, che nelle pubblicazioni ufficiali della vita (vedi AA.VV. Fonti Francescane, 1986), omettono tale profezia, proferita, secondo il racconto, in punto di morte dal Santo. Del resto la Prophetia è assente anche nella Leggenda Maior del 1263 di Buonaventura da Bagnoregio, accreditata come unica ufficiale dall’Ordine Francescano nel Capitolo di Parigi del 1266, “vita” che sconfessava tutte le altre circolanti. In questa opera è presente il miracolo di Montolmo, dove un contadino ebbe il vomere riparato dopo il voto al Santo. Fino a tale data, Francesco muore nel 1226 sono moltissime, le agiografie scritte e tramandate oralmente, e possono basarsi sul racconto diretto di compagni del Santo. Tra queste, Tommaso da Celano Vita Prima (1229 ca) e Vita Seconda (1247 ca), De inceptione (1240 ca) dell’Anonimo Perugino, Legenda trium sociorum (Anonimo 1240 ca), Arbor vitae crucifixae Jesu Christi (1305) di Ubertino da Casale; del resto ci sono pervenuti perfino due testamenti di Francesco (Lungo e Breve). Per comprendere il significato bisogna precisare se le agiografie siano state commissionate dal Papa, dall’Ordine o siano libere. Subito dopo la morte del Santo il movimento incomincia a spaccarsi in due correnti: quella degli Spirituali o Zelanti che volevano osservare alla lettera la regola e lo stile di vita fondato sulla povertà, e quella dei Conventuali che volevano mitigare la durezza e l’intransigenza del Santo. Il movimento Spirituale ebbe una grossa diffusione verso la fine del XIII secolo in Umbria e nelle Marche con Pietro da Macerata detto Liberato e Angelo Clareno da Cingoli. Il Papa Giovanni XXII nel 1317 e 1318 scomunica con due Bolle gli Spirituali e la setta dei Fraticelli, e fa imprigionare i capi bruciandone quattro come eretici. Liberato è il santo anonimo dei Fioretti dimorante nell’eremo di Soffiano? No, quello era Liberato da Loro e doveva essere morto, oltretutto, da tempo (1234), ma l’omonimia e il fatto che le sue spoglie fossero custodite da francescani Spirituali che avevano aderito alla riforma di Angelo Clareno, ritardarono la sua ascesa al trono dei santi fino al 1868 quando il cardinal De Angelis di Fermo si adoperò fortemente a tal fine. Il cardinal De Angelis, tanto odiato dall’alto massone, il Commissario Straordinario per le Marche nel 1860, Lorenzo Valerio. A proposito del Valerio, nel 1865 durante il suo funerale con rito massonico in una chiesa di Messina, la sua bara, con sommo piacere dei gesuiti della Civiltà Cattolica, esplose a causa dei gas generati. Non ci sono più i gesuiti di una volta! Ritorniamo a Ubertino da Casale (1259-1330 ca). Entrato nell’Ordine Francescano nel 1273 aderisce alla fazione Spirituale diventandone uno dei maggiori teorici ed esponenti. Nella sua opera Arbor Vitae narra delle tribolazioni del suo ordine per la corruzione della regola, e la condanna della Chiesa per la grande confusione portata nelle menti degli uomini spirituali e dei suoi figli. Afferma inoltre che San Francesco in punto di morte avesse confermato integralmente la sua regola e che Buonaventura avesse omesso ciò solo per non diffamare i frati davanti alla gente del tempo. Fu scomunicato due volte, nel 1305 e nel 1325 e morì forse assassinato; Dante lo cita rimproverandolo nel XII Canto del Paradiso, e Umberto Eco in In nome della rosa ne fa un amico del protagonista Guglielmo da Baskerville. Secondo diversi storici sarebbe lui il responsabile della Prophetia, inventata ad arte per confermare la dottrina degli Spirituali e nell’indicare in Giovanni XXII il Papa non eletto canonicamente che con i suoi errori avrebbe portato la Chiesa alla rovina: per gli Spirituali il vero Anticristo. Eresiarchi, eretici, papi, santi… fosse nato qualche decennio dopo San Liberato sarebbe stato un eretico? I principi immutabili della Chiesa variano a secondo dei secoli e dei papi? Il relativismo sta inquinando anche la Chiesa? Rinunciare alla Verità per riempire le chiese e la piazza di S. Pietro? Il successore di Pietro ha lasciato volutamente claves regnum caelorum nella toppa della porta così che tutti a piacimento vi possano entrare?

In foto l’eremo di Soffiano

 

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