IL PRODUTTORE D’IMMONDIZIA

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di Fernando Pallocchini

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Argomento in qualche modo già trattato ma, purtroppo, ogni volta che in qualche Comune arriva la “tassa” (perché è più tale che un contributo per un servizio) da pagare, spesso esosa, le proteste sacrosante fioccano. Ci ha telefonato in redazione una persona assai indignata che, abitando da sola in un casolare di campagna per una scelta di vita agreste (fa l’orto, piccolo) si è ritrovata una “bolletta” di 400 euro per l’immondizia. Ci ha detto: “Secondo il Comune sono un fabbricante d’immondizia! Peccato che non ho la fabbrica, né la raccolta, né incasso qualcosa per i rifiuti prodotti! E comunque sarebbe eventualmente un incasso davvero minimo perché, vivendo da solo, di scarti ne produco davvero pochini, pochini…”. Poco distante da lui c’è un’abitazione equivalente alla sua, pochi metri quadrati di meno, in cui vive una famiglia numerosa (padre, madre, due figli e due nonni) che paga meno di lui! Ci ha detto: “C’è qualcosa che non funziona, la situazione manca di logica, di proporzionalità… in pratica è in atto una forte ingiustizia nei confronti di coloro che abitano da soli!” Ebbene, come dargli torto? E ha continuato, propositivo: “Secondo me i capoccioni che sono al Governo dovrebbero fare così: calcolare quanta immondizia si produce in un anno in Italia, dividerla per gli abitanti in modo che, mediamente, si sa quanti rifiuti produce una persona, chilo più chilo meno. Poi si calcolano gli incassi, si fa una semplice divisione e si ottiene la cifra pro capite da pagare!” Semplice no? Allora, perché non lo fanno? Perché in Italia le cose semplici non le sa fare più alcuno. Sono tutti per le cose complesse per far vedere quanto sono bravi e intelligenti, creando così situazioni complicate per i propri simili. Pensate che hanno in mente di pesare l’immondizia prodotta per fartela pagare a peso, invece di applicare una media ponderata. Ma mica vengono fuori di casa con la bilancia a pesare il sacchettino, magari facendoti la multa perché l’umido scola… no, ti danno un sacchetto con il microchip per pesarlo nei loro capannoni. E se il microchip uno lo strappa via? Eccolo là che ha prodotto mondezza in… nero! e non figura. E se il microchip si smagnetizza? Altra produzione in nero… Insomma le pensano tutte ma non ne prendono una giusta! Poi, visto che vorrebbero pesarla, la massaia potrebbe anche dire al momento della consegna: “Questo è tutto vetro: quanto me lo pagate?” risposta: “Nulla, è lei che deve pagare noi!” e incomincia la trattativa: “Ah, se non mi date nulla per il vetro io me lo tengo e non ve lo do!” Immaginate che succederebbe per carta e cartone: “Ma come, io vi consegno messo tutto per bene tutto questo cartone, che ha un valore, e voi non mi date niente!? Ma se il vecchio stracciarolo di tanti anni fa me lo pagava, si vede che aveva il suo guadagno: non mi direte che voi non ci guadagnate nulla! Allora sapete che faccio: lo brucio! non prenderò denaro ma nemmeno ne darò a voi!” Ah, ecco perché… il metro quadro non brucia!

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