Lo scudetto della marcia per la prima volta nelle Marche

Print Friendly, PDF & Email

L’impresa dei giovani dell’Atletica Recanati

diventati Campioni d’Italia

 Atl_Recanati_MicheleAntonelli_DiegoCacchiarelli_LucaAntonelli_FedericoBoldrini_AlessandroMaltoni_AfrimMemolla-1

Loro non hanno una Ferrari da pilotare al successo, o il miraggio dei milioni del pallone, nemmeno la protesi di una bicicletta per inseguire un sogno, loro sono soli con se stessi, con il cuore che batte forsennato e il sudore che corre costantemente sul corpo a bagnare le strade che quotidianamente percorrono: sono i marciatori, una categoria di giovani “fuori tempo” che sembrano appartenere all’epica dello sport, a una vita diversa. Quattro di loro a Grottammare, dopo Locorotondo in Puglia e Misterbianco in Sicilia, hanno scritto una delle pagine più belle per lo sport marchigiano, hanno vinto lo scudetto della marcia, facendolo arrivare per la prima volta nelle Marche, sono diventati Campioni d’Italia: Michele Antonelli, Federico Boldrini, Alessandro Maltoni, Afrim Memolla, portando l’Atletica Recanati a fregiarsi di uno scudetto che ha un po’ il sapore di quello calcistico targato Cagliari 1970, uno scudetto sorprendente perché capace di ribaltare lo strapotere di squadre più blasonate, basti pensare che la squadra dell’Atletica Recanati si è lasciata alle spalle squadre come il CUS Pisa, Enterprise, Fiamme Gialle e Aeronautica. Antonelli, Boldrini, Maltoni, Memolla non solo hanno vinto lo scudetto assoluto, ma anche la classifica combinata grazie all’apporto del giovanissimo Luca Antonelli. Un successo pieno, chiaro, pulito che ha nel tecnico Diego Cacchiarelli il regista, colui che con competenza e dedizione segue questi giovani passo per passo, durante lunghi allenamenti, su strade poco trafficate da auto, loro consumano scarpe più del pane, con la pioggia e con il sole, ben sapendo che il premio sono loro stessi con la bellezza dell’arte che tengono in corpo. Gildo Cocchi, presidente dell’Atletica Recanati e Andrea Carpineti, vicepresidente, esprimono la loro contentezza e il loro grazie agli atleti e al tecnico per aver realizzato un sogno. Un grazie di cuore a questi giovani per averci ricordato il valore dello sport più limpido.

Patrizia Mancini

 

A 3 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti