Barcolana: vele come ali aperte di gabbiani in volo

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di Fulvia Foti

 barcolana

Non è per campanilismo che cerco di porre all’attenzione dei lettori usanze lontane; non per questo. Bensì perché esse sono talmente squisitamente sublimi, eleganti, raffinate e si svolgono in luoghi di una poetica bellezza che tutto il mondo ci invidia. Allora vantiamoci, siamo orgogliosi di quanto la nostra terra ci gratifica. È decennale usanza che ogni seconda domenica del mese di ottobre, si svolga nel golfo di Trieste la così detta “Barcolana” – nome derivante dal lungomare di Barcola – alla quale oggi partecipano circa 2000 barche a vela di varie nazionalità. La rarità del fatto è che quello di Trieste è l’unico golfo, per capienza, che consenta a così tante imbarcazioni, di gareggiare tutte assieme. Questo avvenimento accende negli abitanti e negli ospiti da fuori, una garbata cortesia nonché quella allegria marinaresca che rende le persone gioiose e spensierate, unite, nel nome del grande amore che è il mare. Quando la gara giunge al culmine, sembra che il golfo sia coperto da infiniti gabbiani ad ali aperte… sono invece le vele bianche così fitte e vicine da non distinguerle l’una dall’altra. Le rive sono stracolme di chioschi che invitano… a peccare di gola, alla sera mostre, spettacoli vari e musiche rallegrano la città. Il percorso della gara, si può godere anche sostando sulla magnifica strada costiera… “la triestina”, come è chiamata: essa è limitata da una parte dal mare, la quale costa consente alcuni tratti abitati fino ad incontrare prima la Rocca del Castello di Duino e, a breve distanza, il Castello di Miramare. Codesto, nella parte interna verso l’inizio del grandioso parco, è ornato dalla presenza di una baia da dove parte la stretta e lunga banchina, che termina con la figura di una superba “sfinge”; ed è proprio da questo posto, che nel 1864 Massimiliano D’Asburgo partiva per il suo infelice viaggio verso il Messico. Ma era anche un luogo gioioso: i figli dell’imperatrice Sissi, infatti, quando venivano in vacanza al castello erano soliti intrattenersi per realizzare i loro giochi e dimenticare l’austera e lontana residenza del palazzo imperiale di Vienna. Volendo volgere il pensiero a qualcosa di più fantasioso, possiamo illuderci che per magia in questa oasi di mare, flora boscosa e fauna imprevedibile, si realizzi la nascita di Venere, così come solo la delicata raffinatezza del Botticelli è stata capace di rappresentare. Ma tornando all’altra parte costiera, essa è formata invece, da una parte di Carso roccioso, rallegrato dalla macchia mediterranea ricca di ginestre. Su di essa sovrasta la gigantesca struttura del santuario del monte Grisa. Negli spazi che il terreno consente ci sono eleganti ville di varie epoche, contornate di giardini lussureggianti che rendono il panorama più suggestivo. A circa un chilometro di distanza si erge il faro della Vittoria, che con la sua luce indica la via ai naviganti e secondo le statistiche è il faro più alto d’Europa. Anche la costiera triestina è considerata una delle sette strade che accedono in città tra le più belle al mondo. La natura possiede il tocco magico di creare opere d’arte insuperabili ed eterne… purché l’uomo con saggezza riesca a rispettarle. Non a caso Giacomo Leopardi scrisse: “Sempre caro mi fu quest’ermo colle”.

 

 

Estasi

di Fulvia Foti

 trieste-la-sfinge

Sortilegio degli Dei

quel violento profumo

di gelsomino

orientale…

con l’oblio,

che la brezza porgeva…

inebriò e annientò

ogni volere umano!

Nulla,

più ebbe un senso,

se non il senso

d’esser soli…

spogli di tutto

“come due perle”

nella stessa conchiglia…

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