“Patria Indipendente”, il Direttore

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di Eno Santecchia

patria indipendente 

“Patria Indipendente” è il periodico dell’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Il direttore, dott. Wladimiro Settimelli, ci ha rilasciato una intervista.

 

Quante copie della rivista “Patria Indipendente” sono vendute in Italia, all’estero; quanti abbonati ha?

“La rivista è diffusa soltanto in abbonamento. Ci sono abbonati e tanti, in Italia e all’estero, ma non fornisco cifre. È un argomento delicato e molto interno. È come chiedere l’età a una bella donna. Siamo particolarmente letti nelle scuole, nelle biblioteche pubbliche e, ovviamente, tra gli iscritti all’Anpi. La rivista è nata il 2 marzo 1952, sotto la direzione di Emilio Lussu, Leonida Repaci e Giovanni Serbandini; Direttore responsabile era Fausto Vighi”.

 

Come si è evoluta negli anni la rivista?

“L’evoluzione della rivista è sempre stata legata alle mutate situazioni del Paese: vita politica, cultura e cronache dedicate all’attività degli ex partigiani. Quindi anche guerra, Lotta di Liberazione, stragi naziste eccetera”.

 

Rispetto ad altre riviste storiche come siete piazzati in una (ipotetica) graduatoria?

“Non ho idea di quale sia il nostro piazzamento in rapporto alle altre riviste di storia. Noi parliamo di una storia abbastanza particolare. È difficile che si decida di parlare di Napoleone o di Socrate, di Alessandro il Grande o di Caterina di Russia”.

 

Perché interessa i lettori?

“La rivista interessa ai lettori proprio per i grandi temi che affrontiamo ogni mese. Tutti temi che affidiamo, di volta in volta, a specialisti. Non sempre facciamo scelte giuste e adeguate. Bisogna tener conto che la rivista non ha grandi mezzi finanziari e questo, spesso, limita le scelte”.

 

Cosa vi possono leggere i giovani?

“I giovani possono leggere su Patria indipendente la nostra storia: la Guerra di Liberazione, le battaglie politiche in difesa della Costituzione e della democrazia. Siamo poi particolarmente attenti alle tematiche politiche, culturali e sociali che riguardano proprio i giovani. Inoltre ci occupiamo con buona intensità del nostro Risorgimento, dell’epopea garibaldina, della Prima e della Seconda guerra mondiale”.

 

Cosa sta accadendo alla Resistenza e alla Guerra di Liberazione con la scomparsa dei protagonisti e dei testimoni diretti?

“La scomparsa dei protagonisti e dei testimoni diretti della Guerra di Liberazione è un trauma per tutti. Ma, ovviamente, è legato al ciclo della vita. Noi facciamo il possibile per pubblicare testimonianze e ricordi di chi, allora, vide e partecipò. D’altra parte l’Anpi – l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, della quale la rivista è organo ufficiale – ha aperto le iscrizioni ai giovani antifascisti di oggi e l’affluenza dei nuovi combattenti (per la Costituzione, per la democrazia) è davvero entusiasmante”.

 

Infine una domanda piccante: come mai molti soci Anpi non conoscono la vostra interessante rivista? È forse da rivedere il collegamento tra l’Anpi e Patria Indipendente?

“Il fatto che molti iscritti all’Anpi non conoscano la rivista testimonia che c’è, per noi, ancora tanto lavoro da fare. Dico per noi della rivista, ma anche per la stessa Associazione Nazionale Partigiani d’Italia”.

 

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