Regine del paesaggio

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Conversazione con Anna Maria Tamburri

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Più che un’intervista è una conversazione quella con la professoressa Anna Maria Tamburri di Macerata, da tempo amante della Natura. Parliamo di alberi e verde in città e fuori; mi piace il suo chiamare le querce “regine del nostro paesaggio”. Sul maltrattamento degli alberi in città oramai sempre più persone sensibili si ribellano agli operatori comunali, che – se lo sono – non si comportano come veri arboricoltori e giardinieri. “Il Comune di Bologna ha realizzato uno statuto di sussidiarietà che riguarda la collaborazione tra Amministrazione e cittadini, i quali mettono a disposizione le loro competenze. Alcune associazioni di Macerata si stanno muovendo su questa linea per mantenere alta la qualità della vita in città”.

Quali sono le proposte? – “È stata proposta una diversa gestione del centro storico, sono state eseguite pulizie di alcune zone, si sta cercando di salvare le antiche fontane e ripristinare l’ambiente attiguo. Si cerca di tutelare gli spazi verdi, evitandone la cementificazione”.

Sulle vergognose capitozzature degli alberi urbani e le “ridicole” aiuole a loro riservate cosa ci dice? – “È indizio d’incompetenza e indifferenza. Se i lavori sono eseguiti in maniera sbagliata, la responsabilità è soprattutto di chi li organizza o li progetta e non prepara adeguatamente il personale operante (ricordiamoci che si tratta di beni e soldi della comunità) ”. Mentre gli amici a quattro zampe sono curati da medici veterinari, gli alberi, cespugli e siepi spesso non sono trattati da agronomi, da periti agrari, da personale con la certificazione europea ETT (European Tree Technician) e neanche ETW (European Tree Worker), rilasciate dall’European Arboricultural Council (EAC). Di operatori ETW ce ne sono tre nelle Marche, di cui due in Provincia di Macerata.

Che cosa prova lei mentre passeggia e osserva il verde urbano maltrattato? – “Provo un vero dolore interiore, la considero un’offesa alla vita e alla bellezza, ovvero a ciò che è il senso e la dignità dell’essere Uomo. A esempio, dopo il taglio mal motivato di alberi nel Parco di Fonte Scodella per tanto tempo non sono più riuscita a passarci per la pena nel vedere una tale desolazione. Dopo firme e articoli di protesta, qualcosa è stato ripiantato; ma mi mancano il filare di robinie con i fiori profumati a maggio e le altre piante e cespugli, che ospitavano una varietà di animali, come gli scoiattoli, ora scomparsi. È un ecosistema compromesso e poco adatto a quella educazione ambientale, che risulta tra le finalità del Parco. Siamo nati per la bellezza, per la vita, per una relazione felice con tutte le altre creature, invece la maggior degli uomini sceglie solo un rapporto di dominanza e di sfruttamento. Lao-Tse (padre del Taoismo cinese) diceva: Lascia essere, lascia crescere, lascia essere, non possedere, prendi cura, non dirigere. Presiedi alla vita, non far morire. D’altronde le religioni o filosofie alla base di ogni civiltà hanno da sempre invitato al rispetto di tutte le creature viventi e la scienza oggi ce lo indica come unico atteggiamento per la nostra sopravvivenza”.

Nelle Marche le querce sono protette dalla legge regionale nr. 6 del 22 febbraio 1973. Da dove viene la sua ammirazione per questo albero? – “Da un fatto culturale, estetico ed emotivo. Solo a guardarlo ti dà una idea di grandezza, bellezza, protezione (il ristoro della loro ombra! Altro che aria condizionata!) e generosità. Molti popoli lo consideravano infatti un albero sacro. Una volta dava il nutrimento a vari animali e ai maiali, a loro volta basilari nella nostra economia; in periodo di carestia si faceva il pane con la farina di ghiande. Adesso dà fastidio alle grandi macchine agricole o al traffico lungo le strade: ormai serve solo per il legno. Poiché in ogni cosa ci interessa unicamente un ritorno immediato economico o di comodità, non pensiamo ai vantaggi reali e importantissimi di questi alberi, come la pulizia dell’aria, il consolidamento del terreno, il refrigerio estivo, il rifugio per gli animali, la bellezza portatrice di serenità. Non riusciamo ancora a capire che la prima urgenza di oggi è la salvaguardia dell’ambiente, salvaguardia che non appartiene a nessun partito, riguarda tutti indistintamente. Mi chiedo: Come possono tanti politici e imprenditori preparare per i loro figli e nipoti, che tanto amano!, un futuro a rischio catastrofe? Dov’è finito per noi uomini l’istinto della salvaguardia della specie?”.

Com’è nato l’amore per la Natura? – “Sono stata sempre sensibile alla bellezza di qualsiasi paesaggio rispettando sia gli animali che la vegetazione. Chi mi ha messo in un contatto più profondo è stato il mio cane Brillo, un trovatello; andando in giro con lui ho iniziato a osservare e guardarmi intorno con un’attenzione diversa, particolare, imparando come rapportarmi con animali e piante. Brillo è stato il mio cane guida in vita; adesso, che è altrove, è il mio spirito guida”.

Come si è sviluppato poi questo atteggiamento?

“Dopo un solo mese, non potendo stare senza un cane in casa sono andata al canile e ho preso un cucciolo e, in seguito, una femminuccia. Mi è poi capitato di trovare in campagna dei gattini dispersi e così, oggi, ho due gattine. Ora mi ritrovo che, a ogni spostamento o viaggio, devo portarmi la mia tribù pelosa, tenendo conto delle loro esigenze e necessità, un impegno ma anche una carica di gioia e affetto”. – Appurato che il suo amore per i nostri amici è sincero e profondo, bisogna evidenziare che per viaggiare con gli animali al seguito comporta trovare in anticipo le strutture ricettive che li accettano e per l’estero avere i documenti sanitari in regola.

“Ovviamente. Amare gli animali però, vorrei precisare, non significa cadere in un eccesso di sciocco consumismo che non corrisponde né alle loro reali esigenze né alla loro natura; insomma vanno amati e rispettati, non umanizzati in modi ridicoli”.

Eno Santecchia

 

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