Radici

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di Angela Catolfi

 radici

Guardo indietro

ragnatele aggrappate

alla mensola

dove l’orologio

non tornerà a battere.

 

Chiudo gli occhi

e vedo tornare tutto ciò

che avevo perduto…

fotogrammi evanescenti

nel pulviscolo che mi danza attorno.

 

Respiro attimi

naufragati in briciole di poesia:

intrecci di mani e volti

attorno al lungo tavolo,

calde tenerezze d’infanzia

prigioniere di magici sogni.

 

Dentro pagine di memoria

il giallo delle spighe sotto placidi soli,

i vasi in fila sulle scale,

i gatti davanti alle porte,

il cicalare delle donne nei vicoli.

 

M’attardo tra presenze sussurrate

a cercare qualcosa,

a rimuovere l’abbandono

in cui il tempo ha ridotto estati lontane.

 

Brandelli d’illusioni,

onde di voci

nel cielo d’un passato irraggiungibile,

al limite del nulla.

 

Eppure, era solo ieri .

 

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