Il debutto di Matteo Renzi

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di Lucia Mosca

 il debutto di matteo renzi

Qui giace la democrazia. E’ ufficiale: la resa di Enrico Letta ha sancito l’ascesa di Matteo Renzi, che diventa premier a seguito di un vero e proprio colpo di mano. E’vero che in una repubblica parlamentare, come l’Italia, il capo del governo è designato dal Presidente della Repubblica. Il popolo elegge i parlamentari. Una volta che il popolo ha eletto il Parlamento, il Capo dello Stato consulta i leader delle varie coalizioni e dei partiti politici per capire chi è in grado di formare un governo stabile. Al termine delle consultazioni il presidente della Repubblica designa colui che dovrà ricoprire la carica di Presidente del Consiglio. Tuttavia è anche vero che equilibri e governi vengono sempre più stabiliti da “manipolazioni” che, seppur legittime, poco hanno a che fare con la volontà popolare o con i reali bisogni del popolo italiano. E’ tutta qui la discussione inerente il reale concetto di democrazia, che dovrebbe essere applicato in quanto concetto sostanziale. E qui citiamo l’art.1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. L’articolo 1 aveva fissato in modo solenne il risultato del referendum del 2 giugno 1946: l’Italia è una Repubblica. La forma repubblicana si distingue da quella monarchica per il titolare della sovranità: se nella monarchia la sovranità è del re, in nome del quale si fa e amministra la legge, a cui egli è superiore, nella repubblica la sovranità, come ribadito nel secondo comma dell’art.1, è del popolo, in nome del quale si legifera e si giudica senza che nessuno sia posto al di sopra della legge. Tuttavia democrazia e lavoro sembrerebbero non essere più termini caratterizzanti la nostra Repubblica, che si avvia a configurasi invece sempre di più come Repubblica delle spallate. Questi i fatti. A fine gennaio Renzi raggiunge l’accordo con Berlusconi sulla nuova legge elettorale, l’Italicum, che prevede liste bloccate, premio a chi raggiunge il 37% ed eventuale ballottaggio. E’ la prima robusta spallata al Governo che culmina, nonostante nuove rassicurazioni, nella sfiducia “de facto” sancita con la direzione del Partito Democratico, che ha chiesto un cambio di Governo. E proprio pochi giorni dopo aver assicurato a Enrico Letta di non volerlo sostituire a palazzo Chigi (“Stai sereno, Enrico..”) Renzi lo estromette con una specie di omicidio pubblico che ricorda l’accoltellamento di Prodi in parlamento da parte del Pd. La direzione del Pd chiede una “fase nuova, con un nuovo esecutivo” con 136 voti a favore, 16 voti contrari e 2 astenuti. Renzi, dopo Monti e Letta, diventa quindi il terzo premier consecutivo senza legittimazione seguita a elezioni politiche. Una cosa è certa: in Italia chi parla del rispetto delle regole è spesso il primo a calpestarle. In tutto questo il popolo italiano viene per l’ennesima volta ignorato e messo da parte, spettatore passivo anziché protagonista. Tra l’altro Renzi andrà al governo con i voti conquistati dal suo avversario Pier Luigi Bersani. E’ stato votato anche da quelli come Gianni Cuperlo e Stefano Fassina che fino a poche settimane fa erano i suoi avversari interni e l’avevano coperto di feroci critiche. Con un repentino cambio di strategia Letta è stato quindi liquidato senza esplicite critiche o colpe concrete. E noi, il popolo italiano, continuiamo ad assistere a teatrini politici e giri di valzer sulle poltrone tesi solo ed esclusivamente a soddisfare l’ambizione politica di qualcuno. O di qualcun altro. 

 

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