In Italia? Solo No! No! No!

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di Umberto Migliorelli

 il ponte riom

Ci chiediamo spesso le ragioni che determinano lo stato di salute della nostra nazione, si discute sull’origine delle cause ma non si riesce a dare una risposta credibile. Sono giuste le osservazioni alla dirigenza politica, giuste le critiche alla paralizzante burocrazia statale ma a lasciare perplessi sono le soluzioni proposte; le condizioni di un paese non sono imputabili solo alla incapacità degli uomini politici di portare a soluzione i problemi della nazione, buona parte della colpa è delle scelte dei cittadini, soggiogati da buffoni scalmanati, schiavi di antiche ideologie fallite, di filosofi del non fare. E’ questa sudditanza nei confronti di “agitapopoli” e di falsi, nonché incompetenti, difensori della natura la responsabile della situazione in cui versa l’Italia. Alcuni mesi fa un quotidiano titolava “Gas nel sottosuolo, al via le ricerche: cittadini in allarme!” Chi scrisse l’articolo dava proprio l’impressione di voler sollecitare un’azione di contrasto da parte dei cittadini all’iniziativa, ancor prima che questa avesse inizio, ancor prima della verifica di un possibile buon esito. Un altro servizio, sempre su un quotidiano, titolava “Petrolio made in Italy (ndr: in Basilicata) per miliardi ma il Texas del paese è in stallo, un tesoro  in italia solo nodi oro nero poco sfruttato” seguitando si leggeva che il beneficio in royalties è di 1miliardo e 340 milioni di euro e che l’enorme giacimento della Basilicata viene definito dal Wall street journal il Texas d’Italia. Ebbene, contro questa fortuna che capita a una delle regioni più povere si scaglia una opposizione istigata da pseudo ambientalisti. In questa Italia si risponde sempre con il “no!” al ponte sullo stretto di Messina, agli impianti di rigassificazione, ai termo valorizzatori, a linee elettriche ad alta tensione, alla Tav: ci si adagia su un letto di miseria per colpa dei No! a prescindere, mentre altrove si procede a realizzare opere colossali. In Cina, mentre sono nella fase conclusiva una serie di grandi opere quali i ponti Lupu, Sutong, Ramyang (uno di questi è il più lungo ponte sospeso del mondo), si annuncia la realizzazione nei prossimi 5 anni di 40mila km di strade e la conclusione dei lavori per una delle tratte ferroviarie più lunga del mondo, eseguita in condizioni ambientali proibitive, superando l’altitudine di 5mila metri per raggiungere la capitale del Tibet; e ancora la costruzione della diga delle Tre Gole che darà luogo a un bacino immenso. Tutto per favorire l’occupazione, per migliorare il tenore di vita della popolazione e per ottenere l’energia necessaria allo sviluppo del paese, non trascurando per questo l’impatto ambientale. In Italia accade l’esatto contrario e alla sua burocrazia ingessata e farraginosa si aggiungono le alte grida di deliranti associazioni pronte a impedire ogni cosa con mezzi leciti e non. La malandata Grecia, pur con le sue difficoltà, ha realizzato nel golfo di Corinto il ponte Riom – Amtirion che la unisce al Peloponneso, la Danimarca si è collegata alla Norvegia con un ponte sull’agitato Mare del Nord, e l’Italia? Nulla! Povera, amata, Italia… decaduta, destinata all’impoverimento e alla disoccupazione. Con questo andazzo per il nostro Paese solo tempi peggiori…

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