La storia di Macerata a piccole dosi, XXVII puntata

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Liberamente tratta da “Storia di Macerata”,

origini e vicende politiche

di Adversi, Cecchi, Paci

 

 

Fine del potere politico di Macerata

 

Si abbandona la tradizionale amicizia con i Farnese

Macerata non aveva più una politica propria e anche la tradizionale amicizia con i Farnese fu abbandonata (pensate che nel 1611 i Farnese erano così ben visti in città che si fecero grandi feste per la scoperta della congiura antifarnesiana della Marchesa di Colorno), addirittura nel 1629 Giambattista Compagnoni costituì a Macerata una compagnia di soldati a servizio di Don Carlo Barberini, avversario dei Farnese. Poi Francesco Morentilli scortò per mare il Cardinale Barberini, legato papale in Francia e ancora Paolo Filippucci, a seguito della guerra contro i Farnese, divenne Governatore della conquistata Castro. In questa occasione Guidobaldo Ciccolini ebbe incarichi di comando nella cavalleria papale.

 

Resta il “fumo” dell’antico potere politico

Per la guerra di Castro voluta dai Barberini, malgrado l’attiva partecipazione di maceratesi, la nostra città fu pesantemente tassata con l’esorbitante cifra di 24.516 scudi. Toccò anche iniziare a dare ospitalità alle truppe di passaggio, con tutti i danni economici conseguenti. Macerata partecipò alla guerra veneziana contro i turchi per il dominio su Candia ospitando, nel 1657, 600 fanti che il Papa Alessandro VII mandò in aiuto ai lagunari; poi inviando nell’isola Anton Francesco e Giuseppe Antonio Compagnoni che qui morì, con il grado di capitano, nel 1668. Dell’antica influenza maceratese non rimase che “fumo” negli occhi della cittadinanza che si compiaceva assistendo all’arrivo di ospiti illustri: Massimiliano d’Austria (1604), la Granduchessa di Toscana (1613), del Granduca (1617), di Taddeo Barberini e di Leopoldo d’Austria (1625), della Regina d’Ungheria (1630), di Mattia de’ Medici, fratello del Granduca (1635) e della Regina Cristina di Svezia (1655).

 

Nel 1700 la musica non cambia

Nel 1700 la politica maceratese restò inalterata, sottoposta al potere centrale, e continuarono a transitare e sostare truppe straniere con tutti i danni che si portavano dietro. Il Consiglio di Credenza era sempre meno partecipato, i Priori erano decrepiti o assenti, anche il Consiglio di Riformanza si adunava con sempre meno partecipanti e dai 19 Riformatori del 1708 si scese a 8 nel 1732, addirittura nel 1748 fu indetto soltanto 4 volte e poté deliberare validamente solo nell’ultima seduta.

 

Macerata “ospita” truppe straniere di passaggio

Intanto la città subiva passivamente i passaggi di truppe straniere che la Santa Sede non aveva la forza d’impedire. La guerra tra l’Imperatore Giuseppe I e il Papa Clemente XI fu la causa nel 1708 di una leva per cui un uomo ogni cento abitanti era arruolato forzosamente e doveva raggiungere l’esercito a Faenza a proprie spese. La sconfitta dei papalini a Bondeno determinò la discesa delle truppe tedesche nel papato; a Macerata il commissario imperiale Giovanni Riccardo Pachner, con la scusa di evitare alla città il fastidioso alloggio di qualche reggimento tedesco, pretese entro 6 giorni l’ingente somma di 17.862 scudi e ordinò di sistemare la strada Filottrano-Macerata. Nel 1718 vennero i reggimenti Hannover e Anspach e nel 1719 fu la volta dei reggimenti Wurtemberg, Assia-Kassel e Holstein. La sostituzione degli Asburgo con i Borboni a Napoli causò nel 1735 il passaggio di due battaglioni spagnoli e di 800 soldati tedeschi. Nel 1742 transitarono due divisioni spagnole, altre truppe austriache nel 1744 e pure il reggimento del Pallavicini. Con 26.000 uomini giunse il generale Lobkowitz che, diretto a Foligno, lasciò in zona truppe assai dannose per la campagna.

 

Lieve aumento della popolazione

Nonostante Macerata contasse più poco, la popolazione andava lievemente ma con costanza aumentando. Nel 1701 gli abitanti erano 9.877, nel 1708 scesero a 9.486, nel 1736 salirono a 10.892, nel 1782 se ne contarono 12.491, nel 1783 crebbero fino a 12.660, nel 1787 ne furono censiti 13.000. In città nel 1730 erano presenti 197 frati, 207 monache e numerosi appartenenti al clero.

 

1600 – Stampa

La “Gazzetta maceratese”

 

E’ a partire dal 1667 che inizia in città la pubblicazione della prima gazzetta locale: la “Gazzetta maceratese” stampata dal tipografo Serafino Paradisi. Attraverso le sue pagine i cittadini potevano seguire le vicende belliche. A questo tipografo nel 1670 succedette Carlo Zenobi che presto divenne un “sorvegliato speciale” dal Governatore perché la “Gazzetta maceratese” non doveva “contenere notizie troppo particolari”. Successivamente, nel 1693, il tipografo Michele Arcangelo Silvestri iniziò a stampare “Avvisi”.

 

1600 – Maceratesi

in carriera militare

 

Nel 1600 furono molti i maceratesi che si dettero alla carriera militare. Narciso Aurispa fu Governatore di Candia per conto della Repubblica di Venezia e per i veneti militava il capitano Eliseo da Macerata, sotto il quale era Giulio Giardini. Francesco Fini era Capo delle ordinanze a Camposampiero mentre in Germania troviamo Valerio Frontoni e, insieme con i Compagnoni e i Floriani, c’era anche Felice Bulgarini. Addirittura al servizio dell’Imperatore militava Francesco Boffi, quartiermastro del reggimento Bernardi a Melch. Durante la guerra di Mantova (1629-1630) facevano parte dell’esercito pontificio gli alfieri Bernardino e Camillo Fini, Giacomantonio Panici, Manente Costa e Giovanni Mozzi, mentre era nella cavalleria papale Giambattista Pellicani. Tra i Morentilli c’è Francesco “Maestro di Campo” delle milizie papali in Umbria e Ludovico “Secondo di Bordo” sulla nave San Sebastiano.

continua

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