Perché

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di Adriano Accorsi

 

C’era l’inverno fuori

con i vetri appannati di tristezza.

Il tuo corpo sapeva di menta

e dalla bocca sorgevano canti

di mille fisarmoniche.

Ma nelle vene soffiava il cigno

il suo ultimo canto.

 

O Dio, cos’è che lega il pianto

quando dintorno è riso?

Perché la donna in lutto

bussa alla porta

della casa in festa

e bassa la rondine vola

pure nel giorno che canta la cicala?

 

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