La leggenda del Santo Petroliere

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Un libro di Maurizio Verdenelli

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Non è l’ennesimo libro su Enrico Mattei ma la cronaca redatta da un giornalista di testimonianze e avvenimenti, da ieri fino a oggi, intorno a questa figura “leggendaria” di uomo vero e raro. Pagine colme di fatti, di persone, di interviste e di verità, anche scomode. Un meticoloso lavoro di raccolta, da investigatore, per creare i tasselli con cui comporre in toto il “quadro Mattei”. Alla presentazione maceratese del volume, con Verdenelli, ci sono stati altri giornalisti, due decani: Giancarlo Liuti e Ugo Bellesi, e Fernando Pallocchini. Ognuno ha portato il suo contributo e, tra le varie argomentazioni, sono usciti fuori due aneddoti inediti. Il primo riguarda le “scappatelle” di Enrico Mattei che, di tanto in tanto, volava a Roma per i suoi incontri sentimentali. Come la notizia rimbalzava a Matelica, le suore pregavano per lui, non sommessamente come solito ma alzando il tono della voce. I matelicesi che passavano dalle parti del convento, udendo le orazioni fluire alte fuori dalle mura esclamavano: “Eccolo, c’è cascato di nuovo!” Un altro aneddoto riguarda il cappotto di Mattei, quello a cui era affezionato e che non cambiava mai, tanto che era diventato “vecchio” e nessuno osava farglielo notare. Ci pensò un giorno al Parlamento una addetta: “Signor Mattei, lei che è famoso e gira in tutto il mondo non si può presentare sempre con questo cappotto; qui a Roma ci sono negozi con merce di qualità e a buon prezzo: lo cambi!” E Mattei acquistò il famoso cappotto di cammello.

Raffaella D’Adderio

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