Circondati dalla tragedia

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Quel filo di speranza attaccato a un palo

 

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Qualche domenica fa in corso Cairoli ho notato, attaccato a un palo, un piccolo “timido” foglio di carta con sopra uno scritto a penna. Uno di quei foglietti ai quali oggi non si fa più caso, e nemmeno ci si ferma più a leggere tanto ne è piena la nostra città. Numeri telefonici da chiamare, cedolini pretagliati con su numeri di cellulari, scritte in grassetto richieste od offerte di lavoro. Ma, questo foglietto attaccato al palo con un po’ di nastro adesivo, è “diverso”, non è dei soliti. Ritorno sui miei passi, pur vista di sfuggita quella scritta mi ha colpito, è una scrittura tremolante che dice: “Ragazza di 32 anni cerca lavoro come badante, assistenza anziani, per pulizie, per portare a tavola, commessa per qualsiasi tipo di negozio. Mi arrangio a fare qualsiasi tipo di lavoro a tutte le ore, giorni festivi e non festivi. Ho bisogno di lavorare. Mi potete chiamare al………..” (chi fosse interessato può contattare la redazione: abbiamo il numero di telefono). Una richiesta più che legittima di poter sopravvivere con dignità, in tempi che spesso non appartengono a una umanità solidale ma, viceversa, a un istinto involutivo ed egoistico che sta riportando l’uomo a un’era di primordiale e selvaggia sopravvivenza. Sì, c’è il diritto al lavoro sancito dalla Costituzione, soprattutto impresso nell’essenza di ogni persona civile e democratica, un diritto necessario per la crescita sociale dell’individuo, per ottenere e mantenere quella dignità che appartiene a ogni essere umano. Spero che la richiesta accorata scritta a mano su quel biglietto attaccato a un palo sia recepita.

Alvaro Norscini

 

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